CONSIDERAZIONI SULLE FUNZIONI DELL’ASSOCIAZIONE – PARERE DELLA PROVINCIA

Recentemente ci siamo recati in Provincia (o almeno in ciò che ne è rimasto) per chiedere due autorizzazioni che già avevamo inutilmente chiesto mesi fa.

a) LA POSSIBILITà DI ISTITUIRE UN NUOVO CORSO PER SELECONTROLLORI ED ACCOMPAGNATORI

(secondo attuale programma ISPRA) , come fatto negli anni passati per due volte con pieno successo.

b) LA POSSIBILITA  DI VALUTARE I TROFEI DI CACCIA DEI CACCIATORI VERONESI

(con commissione qualificata e del tutto gratuitamente)

Mi sono recato recentemente a colloquio col Dott. Ivano Confortini  che è l’ultimo riferimento rimasto per la caccia veronese. Nonostante la mia stima per l’Amico Ivano ad un suo rinnovato rifiuto, la discussione si è un po’ accalorata tanto che egli ha sentito la necessità di mandarmi per iscritto le sue motivazioni. E di questo lo ringrazio.

Penso tuttavia che i membri dell’Associazione, nel nome della quale io ho parlato, debbano conoscere le motivazioni che il Dott. Confortini ha messo in campo. Di  seguito riporto integralmente  la mail ricevuta. Ho solo messo in grassetto le parti che mi parevano più importanti  (e più discutibili). Almeno per il momento non le commenteremo. Ognuno valuti.

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Mail ricevuta su michelangelo@michelangelofederici.eu il 29-03-2017

Michelangelo mi dispiace che il confronto di questa mattina sia poi “degenerato” tuttavia mi preme fare alcune considerazioni sia per quanto riguarda la materia corsi abilitanti che valutazione trofei.

Per quanto riguarda l’organizzazione dei corsi, la scelta del Servizio, alla luce della grave caranza di personale degli uffici dovuta ai trasferimenti, è stata quella di sospendere temporaneamente lo svolgimento delle prove d’esame per esperti, in quanto estremamente complesse sia sul piano amministrativo che operativo. Ti ricordo che attualmente non ho nessun collaboratore con esperienza tecnica in grado di supportarmi, così come non ho nessuno in possesso di adeguate competenze amministrative per tutti gli atti annessi e connessi il rilascio dell’abilitazione. Sono invece garantite le prove d’esame per la caccia del cinghiale che invece sono di semplice svolgimento.. Non essendo attività obbligatoria è più che logico che se vanno razionalizzati gli impegni, questo è senz’altro fra quelli su cui intervenire.

Il problema non è l’organizzazione dei corsi ma quella delle prove d’esame. La commissione d’esame deve necessariamente essere istituita dalla pubblica amministrazione che deve garantire che poi approverà le risultanze: i docenti dovrebbero essere nominati e “pagati” dalla Provincia e non da chi organizza i corsi. In tal caso infatti si prefigge il conflitto di interessi. Le altre commissioni della provincia di VR sono state istituite dal Servizio: in questi casi però non è previsto alcun compenso in quanto trattasi di esami “rapidi” (prova orale solo per chi fa un certo numero di errori). Ben diverso è invece il discorso delle prove per cacciatori di selezione ove è prevista una prova scritta con 50 domande (devi preparare almeno 100 domande), una prova orale e una prova pratica………….e non parliamo della durata del corso superiore alle 70 ore (ben superiore ai corsi da noi svolti sino a qualche anno fa). Pretendere che i docenti partecipino a più sedute d’esame senza un compenso non è eticamente corretto……….così come il fatto che siano le associazioni venatorie a pagare il docente……non è il massimoIl problema non è solo lo svolgimento dell’esame ma tutto quello che lo precede e lo segue…………tra cui la preparazione dei quiz…..etc…..che sicuramente non posso affidare agli organizzatori. Credimi in passato quando mi sono fatto aiutare per questi aspetti poi i quiz arrivavano nelle mani dei candidati………….cosa sicuramente non bella ma considerando il livello delle associazioni del tutto “normale”. In alcune occasioni addirittura lo stesso docente (poi membro della commissione) ha fatto avere le domande/risposte dei quiz ai candidati………………questo non è accettabile ed è proprio per questo motivo che ho ritenuto opportuno rivedere tutta l’organizzazione dei corsi. Chi organizza i corsi ha tutto l’interesse affinchè i suoi candidati siano promossi e quindi spesso si comporta in modo non propriamente corretto dal punto di vista amministrativo…..d’altra parte che responsabilità può avere?…mica è un ente pubblico…..

Già altre associazioni intendono realizzare scuole di caccia all’avanguardia e hanno chiesto di poter essere legittimate ad organizzare corsi ed esami. Ritengo tuttavia necessario fare una riflessione sulla questione onde evitare che il tutto sfugga di mano……facile in un momento come questo di difficoltà dell’ente. Proprio per evitare questo è stato stipulato un accordo con l’Accademia di formazione di San Michele all’Adige, che, in quanto ente strumentale della Provincia di Trento, è legittimata oltre che ad organizzare il corso anche e soprattutto ad effettuare l’esame. In quanto “soggetto pubblico” mi potrà garantire l’imparzialità necessaria. In fondo è stata riproposta l’esperienza degli anni ’90 quando le abilitazioni agli ungulati andavamo a prenderle a TN. Naturalmente se le abilitazioni vengono acquisite in altre province con riconoscimento pubblico, verranno ritenute valide: a tal proposito le direttive per gli ungulati sono chiare.

Si tratta di una situazione di emergenza che mi auspico possa essere superata: la Provincia di VR ha pagato più delle altre dei trasferimenti e ora deve riorganizzarsi cercando di “tagliare” le cose non obbligatorie come i corsi abilitanti…..quello per gli ungulati è poi il più complesso e quindi il primo da “tagliare”……..sarebbe però auspicabile trovare una possibile e condivisibile situazione anche se mi sembra che in questo momento ognuno voglia andare avanti per conto proprio. Sarebbe una cosa bellissima prevedere una scuola di caccia con docenti competenti e credo che questa sia la strada da percorre……..certo poi per l’esame è necessario che il tutto venga ricondotto all’ente pubblico in quanto solo così verrà garantita l’imparzialità e la correttezza delle valutazioni: in questo momento però la Provincia non è in grado di assicurare quest’ultimo aspetto.

Per quanto riguarda la valutazione trofei è indubbio il fatto che debba essere svolta da professionalità esperto. Il ricorso al dott. Demartin da parte dei Comprensori alpini/ATC è legato al fatto che lo stesso da anni svolge tale compito e pertanto è sicuramente in possesso di quelle competenze e conoscenze dalla popolazione che altri non hanno. Inoltre un altro aspetto importante consiste nel fatto che la valutazione è opportuno venga svolta da un’unica persona per tutti i comprensori in modo da avere gli stessi criteri di stima della classe d’età. La scelta di ricorrere a Demartin da parte dei Comprensori/ATC non è stata una mia imposizione, anche se con tutta sincerità la condivido in quanto mi garantisce continuità nella gestione faunistico-venatoria, alla quale appartiene anche la valutazione dei capi. Tieni conto che poi il sottoscritto stilerà i piani di abbattimento anche sulla base degli esiti delle valutazioni: pertanto è legittimo pretendere che questa venga fatta in modo omogeneo. La vs. proposta di diventare punto di riferimento per la valutazione di tutti i trofei della Provincia (circa 300 e oltre) mi era sembrata un pò “prematura” e comunque non avrebbe garantito che fosse estesa a tutti i trofei e non solo ad una parte di essi. Inoltre credo che sia più legittimo avere dei dubbi sulla reale competenza dei valutatori considerando che non si trattava di valutazioni CIC e che comunque la valutazione sarebbe stata estesa ad un numero rilevante di reperti. Non vi è stato da parte vs. nessun confronto preventivo sulla questione neppure sulle modalità di svolgimento e di rendicontazione di tale servizio…..elementi questi indispensabile per la predisposizione da parte del sottoscritto dei relativi piani di abbattimento.

Ribadisco comunque che sin da subito ho evidenziato ai Comprensori il fatto che le valutazioni sarebbe stato necessario fossero svolte da un unico professionista onde evitare che ognuno potesse ricorrere a “professionisti” di fiducia diversi con tutte le problematiche connesse. A me personalmente che le valutazioni vengano effettuate gratuitamente o meno mi interessa poco: mi interessa invece che venga effettuata una valutazione su tutti i capi abbattuti per tutte le specie sulla base di criteri omogenei: la Vs, proposta sicuramente non mi assicurava che ciò sarebbe avvenuto.  Si sta facendo molta fatica a tenere uniti i comprensori e ATC e proprio la valutazione e la redazione dei piani di abbattimenti ad oggi rappresentano l’occasione migliore perchè ciò avvenga.

Nessuno può impedire che i capi vengano valutati da questo o altro professionista ma ritengo che sia legittimo che il sottoscritto che deve poi validare le valuazioni “costruendo” anche sulle stesse i piani di abbattimento, abbia il diritto e il dovere di pretendere che i criteri adottati rendano possibile il confronto con il passato, ma soprattutto che i criteri siano gli stessi per tutti i capi.

Sul fatto infine che al cacciatore siano stati chiesti € 20 per la valutazione, ancorchè aspetto non di mia competenza, credo che questo non sia da imputare a tale voce, in quanto considerando il numero di reperti da valutare e gli importi dovuti ai professionista, l’importo dovuto si assesterebbe invece a circa 2 euro a capo………….

CONFIDO SU UNA COLLABORAZIONE SINCERA E FATTIVA FINALIZZATA ALLA RISOLUZIONE DELLE SOPRACCITATE PROBLEMATICHE……CHE TENGA NATURALMEMNTE CONTO DELLE DIFFICOLTA’ DELL’ENTE E DELLE RELATIVE COMPETENZE………..E CHE ABBIA COME OBIETTIVO L’UNIONE DEI CACCIATORI.

Un caro saluto, Ivano Confortini

 

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Nella mia risposta ho ovviamente assicurato la massima collaborazione (che però occorre sia richiesta e accettata quando offerta). Ho altresì ribadito e ribadisco che  tutto questo è senza alcun rancore.

 

                                                                                                                                                                                               Michelangelo

 

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