COSE CHE AVVENGONO A CACCIA

Come alcuni di voi sanno, per un problema alla spalla sinistra, sono costretto ad usare carabine sempre più leggere avendo difficoltà ad imbracciare quelle più pesanti che ho sempre usato.

Mi dispiace perché ciò mi ha costretto a lasciare in rastrelliera armi che amo particolarmente, come la splendida carabina in 7 mm. Rem. che mi ha costruito Perugini e con la quale ho tirato un numero incredibile di bellissime fucilate. Pazienza…..basta andare a caccia.

Aggiungo che ho sempre cacciato il capriolo con un kipplauf in 5,6×57 R e questo perché amo i monocanna basculanti ed il calibro è di un’efficacia fantastica.

Però c’è un… però:  da tre anni caccio in una bellissima riserva che offre ottimi caprioli, ma anche grossi cinghiali e bellissimi daini. E’ evidente che il 5,6 x57, sarebbe stato un po’ al limite per un grosso cinghiale od un maschio di daino a distanza sostenuta.

Ho risolto il problema acquistando un kipplauf Haenel in 7 mm. Rem. unendo così due vantaggi: il peso dell’arma (due chili e trecento senz’ottica) e l’efficacia del calibro. Dotata l’arma di un freno di bocca, ho montato uni Zeiss 3-12 x 50 illuminato adottando l’eccellente cartuccia Federal con palla TBT da 140 grani. L’insieme si è dimostrato eccellente: leggerissimo e precisissimo.

Come tutti i Kipplauf moderni, anche questo Haenel é dotato di slitta di caricamento, sistema validissimo soprattutto per questioni di sicurezza.

Nell’uso, però, ho trovato la slitta piuttosto dura da azionare e così ho pregato i tecnici della Bignami di alleggerirmela un po’. Nel riconsegnarmi l’arma mi avvertirono che occorreva verificarla per bene in quanto l’alleggerimento del sistema avrebbe potuto portare ad una percussione meno forte con conseguente rischio di cilecche. Portata l’arma nella galleria di tiro esplosi una decina di colpi, tutti regolarmente partiti senza alcun problema. Completamente rassicurato riportai l’arma a caccia con ciò che segue……

Un giorno di caccia al capriolo nella mia riserva mi posizionai su di una bellissima altana con vista su di un grande prato lungo un duecento metri e diviso a metà da una bassa siepe di bosco che lascia un varco di circa sei o sette metri al centro.

Arrivato ancora a buio come il solito, sistemate le cose, accesi la pipa in attesa di luce migliore e godendo di quei momenti straordinari.

Dovetti attendere quasi un’ora e, a luce buona, ancora nulla si era mosso. Stavo già pensando di ricaricare la pipa quando una femmina di capriolo, che non avevo visto a causa del siepone, traversò lentamente l’apertura e scomparve dall’altra parte. Me la godetti nel binocolo e mi rimisi in paziente attesa.

Non erano passati dieci minuti quando, nella stessa apertura giunse un maschio fermandosi in posizione perfetta, dopo una rapida occhiata col binocolo che mi rivelò un bel maschio con un buon trofeo anche se anomalo, puntai l’arma, caricai la slitta e lo stecher ma, quando stavo per sparare, il maschio si mosse scomparendo dietro la siepe e lasciandomi intravedere solo una zampa posteriore. Scaricai lo stecher e rimasi comunque allineato. Poco dopo il capriolo ricomparve e si fermò in bella vista nel varco della siepe. Armai velocemente la slitta e in tutta tranquillità tirai il grilletto e….cik, cilecca. Volli cambiare velocemente cartuccia, ma quando fui pronto a sparare l’animale si mosse scomparendo ancora dietro la vegetazione. Vi lascio immaginare le non edificanti espressioni che mi vennero alla mente.

Pensai che ormai me l’ero giocata malamente e che non l’avrei più rivisto.

Ma la caccia, bella proprio perché imprevedibile, mi sorprese ancora una volta: pochi minuti dopo il maschio ricomparve fermandosi in perfetta posizione. Traguardai velocemente alla base del collo e tirai il grilletto….cik altra cilecca. Esasperato ricaricai la slitta e tirai di nuovo…..bum e capriolo a terra fulminato. Mi feci una liberatoria risata e, dopo aver atteso una decina di minuti, andai al recupero. Un bel animale e, come mi era parso nel binocolo, con un interessante trofeo anomalo.

Il mattino successivo altra uscita in un’altana in splendida posizione con vista molto ampia su prati e boschetti.

Guardavo con sospetto il mio fucile, ma non avendo portato altra arma dovetti……. fidarmi di ciò che avevo.

Il sole era già alto e mi ero divertito ad osservare due giovani caprioli con trofei insignificanti in un prato sotto di me. Altro non pareva volesse uscire e già pensavo alla posta serale. Pensavo di dare un’ultima occhiata tutto attorno prima di rientrare quando, in un prato in alto alla mia destra, uscì dal bosco un cinghiale che dopo essersi inoltrato allo scoperto, si fermò in piena vista. Il telemetro del binocolo mi diede 200 metri ed il cinghiale mi parve delle perfette dimensioni per il freezer.

Trovai una buona posizione, armai la slitta, traguardai tra collo e spalla e………cik, altra cilecca. Memore di quanto accaduto il giorno prima riarmai la slitta, tirai il grilletto e…bum, cinghiale a terra.

Ecco il perché di “Tre cilecche, un capriolo ed un cinghiale”.

Non occorre che vi dica che ho fatto riportare la slitta alle condizioni originali.

Alla posta serale anche Federico, col suo 8×68 che usa per tutto, ottiene il suo capriolo. Padre e Figlio soddisfatti.

Michelangelo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *