VIVA IL LUPO SE……………..

Forse sbaglio, ma sono convinto che molti entusiasti sostenitori del lupo, con le dovute eccezioni, abitino al 5° piano di un bel condominio in città o in una villetta in quartieri residenziali e lavorino un ufficio con aria condizionata e comoda poltrona davanti ad un computer; alla sera o nella pausa del lavoro, vanno in palestra per tenersi in forma ed in linea. Conoscenza vera della natura, del bosco, della montagna?  Non credo moltissima, al di là di documentari, riviste patinate e, magari, qualche camminata nel verde.

Probabilmente è scarsa anche la conoscenza della vita dura e scomoda di chi trae il suo sostentamento dalle attività di lavoro in montagna e che, talora, vedono il mondo con occhi meno “incantati” di coloro che infarciti di “teoria” e “poesia” poco sanno delle condizioni di vita, della quotidianità e del duro lavoro di chi trae il suo sostentamento dal mondo reale.

una meravigliosa creatura da proteggere e controllare

Non vorrei dare l’impressione di rimproverare loro il lodevole entusiasmo per i grandi predatori (anche se difficilmente ne vedranno mai uno); tutta’ altro, anch’io sono un ammiratore ed un sostenitore di queste splendide creature.

La loro presenza, come quella di tanti altri animali sempre più diffusi, è senz’altro segno di un recupero della natura e di una sua buona salute ed il segnale che, se la situazione sarà ben gestita in “scienza e coscienza” saremo sulla strada giusta.

Ma….. vi sono dei ma e dei se che, non valutati, sono sintomi di scarsa considerazione per situazioni indubbiamente pesanti e per le esigenze di persone e categorie che vivono in certe realtà ed hanno il diritto sacrosanto di essere considerate, rispettate, aiutate e protette.

Mi riferisco, ovviamente, alla gente delle nostre colline e montagne, ai Malgari, agli Allevatori, a chi trae dalla natura, dall’alpeggio, dalle attività agro-silvo- pastorali, da lavori tradizionali, il proprio sostentamento certo più duro ed aleatorio di un lavoro in ufficio.

Si pensi all’alpeggio in Lessinia: questa antica attività ha informato di se l’economia, le tradizioni, l’immagine stessa delle aree di questa incredibile zona e di altre, con simili caratteristiche, sparse nel nostro meraviglioso paese, offrendo sostentamento alla sua gente.

Questa gente, spesso, ha subito rilevanti danni, esposta a disagi e preoccupazioni dalla presenza nuova e crescente di animali che non erano più, da lunghi periodi, nei nostri territori. E questa gente ha uguali diritti e merita ugual attenzione e considerazione di altre categorie.

Chiacchiere di osteria vogliono che i predatori siano frutto di reintroduzioni ad opera di non meglio identificati “ambientalisti”.  La presenza dell’’orso, quella si, è stata incrementata, in trentino, col rilascio di soggetti provenienti dalla Slovenia, con un’operazione pubblicizzata e pianificata e con la partecipazione delle autorità locali. Per il lupo, invece, non abbiamo alcuna evidenza che il suo ritorno non sia stato del tutto naturale per un’animale che si sposta moltissimo ed ha trovato zone adatte alla sua sopravvivenza.

Quello che mi sento di affermare, comunque, è che la gestione dei predatori deve essere fatta con una costante consultazione e discussione con le popolazioni e gli operatori della zone interessate perché decisioni prese “in alto” od “altrove” poco avrebbero a che fare con procedure corrette (democratiche?).

Per quanto riguarda specificamente il lupo, vi sono state numerose predazioni con danni e disagi anche notevoli causati dalla presenza crescente di tali animali che si nutrono si di ungulati selvatici, ma dove è possibile sbranano pecore, capre e bovini che sono molto più facili da “cacciare”.

Pensiamo a ciò che è avvenuto nella nostra Lessinia, zona ad alta densità di alpeggio e con una fetta della sua economia legata e tale attività. (Si vedano i dati sulle predazioni allegati).

Certi operatori hanno perso la tranquillità di un tempo, sono stati costretti ad adottare sistemi preventivi quali cani da guardiania, recinzioni elettrificate ecc. Mezzi non sempre efficientissimi e che, comunque, anche se messi a disposizione senza oneri, richiedono un surplus di lavoro, attenzione e spese non gradito a chi svolge già una attività dura ed economicamente non entusiasmante. Quanto poi ai risarcimenti per danni subiti, se le cose vanno come il solito in questo nostro felice e burocratico paese……….

Vi sono inoltre altri motivi di preoccupazione.

Con l’aumento consistente ed incontrollato del numero, questi predatori si avvicinano sempre più ai centri abitati, specie nel periodo invernale, vi penetrano per predare, predano numerosi cani, anche in presenza dei padroni. (è di questi giorni la notizia di un uomo morso mentre tentava di difendere il suo cane, al guinzaglio, durante una passeggiata nei boschi).

Questa situazione introduce un’altra domanda: possono essere, questi predatori, pericolosi per gli umani? Personalmente non ho elementi per poter giudicare. Ambientalisti, animalisti e “lupisti” si affannano a dichiarare che no, il lupo non è assolutamente pericoloso per l’uomo.

Io sono convinto che, un animale potenzialmente pericoloso, in certe particolari situazioni può diventare veramente pericoloso. Questa è una mia opinione e accetto che sia messa in discussione.

In altri paesi, di solito lontani da noi, uccisioni di umani da parte di animali selvatici (lupi compresi) accadono, ma occorre considerare le condizioni socio-economiche di quelle popolazioni che vivono in situazioni neppure paragonabili alla nostre.

Non si può, però, trascurare  la preoccupazione, fondata od infondata che sia, della gente dei nostri monti che teme per l’incolumità propria, dei propri figli e dei propri averi.

Ed allora che fare?

Non voglio assolutamente auspicare l’eliminazione di queste splendide creature né la loro demonizzazione e sono favorevole alla loro presenza che considero una riconquista della biodiversità e della natura.

Ma in un ambiente così antropizzato ed in cui ancora si svolgono attività economiche localmente importanti, credo che il controllo sia assolutamente essenziale.

Sosteniamo la presenza del lupo e garantiamogli una presenza controllata, non una abbondanza incontrollata.

Oltre un certo limite deve scattare il controllo. Lo si fa con altre specie, perché non con i grandi predatori?

Se detto controllo sarà studiato, programmato da specialisti, realizzato bene, potrà risolvere molti problemi senza creare danni.

Se invece si lascerà emergere il risentimento e la preoccupazione della gente, avremo atti illegali, ulteriore rabbia, danno economico, e non potremo esercitare un controllo scientifico e corretto.

Negli Stati Uniti, dopo reintroduzioni che hanno portato ad incrementi notevoli, in alcuni stati le autorità hanno consentito, sulla base di studi scientifici e verifiche, abbattimenti contenitivi a protezione di fauna selvatica, allevatori ed operatori sul territorio. Nessuno scandalo, nessuno si è strappato i capelli.

Accade anche in alcuni paesi europei: in Francia si abbattono lupi per difendere le greggi; in Svezia, paese più grande del nostro e con una densità di abitanti enormemente minore, oggi sono censiti circa 700/800 lupi e se ne abbattono 75 (in pratica il 10 per cento).

Da noi, con densità della popolazione e delle attività anche agro-silvo-pastorali molto alta (con rilevanti danni in zone come la nostra Lessinia) sono stimati circa 3.000 lupi (probabilmente sono di più) ed al solo parlare di controllarne il numero ci si straccia le vesti.

Al di là della questione della pericolosità o meno di questo predatore, mi pare comunque di capire che attorno alla “questione lupo” girino molti interessi.

Se gli interessi, ancorché legittimi, di alcuni vengono in conflitto con quelli altrettanto legittimi di altri, le cose si deteriorano e complicano a livello insopportabile.

Come sempre è meglio prevenire che curare.

  Michelangelo Federici di Gorzone

(Responsabile ACCADEMIA VENETA di gestione faunistica).

Questi sono i dati sulle PREDAZIONI IN VENETO forniti dalla Regione (cortesia del Consigliere Regionale Stefano Valdegamberi).

Con ogni probabilità il numero delle predazioni è maggiore in quanto vi sarebbero predazioni non denunziate. Pensiamo davvero che hi ha subito tali e tanti danni sia felice e soddisfatto per la presenza del lupo?

Camosci in Lessinia

Per quanto riguarda la presunta PERICOLOSITÀ DEL LUPO PER L’UOMO:,

DATI STORICI SULLA PRESENZA E SU CASI DI ANTROPOFAGIA

DEL LUPO NELLA PADANIA CENTRALE

Questo saggio è stato pubblicato negli Atti del convegno nazionale “Dalla parte del lupo”, Parma 9-10 ottobre 1992, Atti & Studi del WWF Italia, n ° 10, 1-160, F. Cecere (a cura di), 1996, Cogecstre Edizioni
Lavoro svolto nell’ambito del Centro Studi Storico-Naturalistici della Soc. Italiana di Scienze Naturali

SULL’AUMENTO SMISURATO DEI LUPI IN ITALIA E DEI DANNI CONSEGUENTI  CHE PERO’ NESSUNO VUOLE PAGARE

       Di Franco Zunino (dal sito LA DEA DELLA CACCIA  02-03-2015)

Attacchi agli umani

Alcuni amici hanno suggerito di digitare “wolf attacks on humans” in internet.

Ricordo che comunque i contenuti sono difficilmente verificabili e sono sempre riferiti a paesi che non hanno molto a che vedere col nostro.

Una cosa appare chiaramente dai reports: la grande maggioranza degli attacchi erano portati da animali rabidi. Gli animali portatori di rabbia silvestre (idrofobia), anche la piccola volpe, perdono totalmente il timore per l’uomo.

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