CALIBRI POCO CONOSCIUTI

Quando la trovai nei magazzini (senza fondo) della Bignami s.p.a., me ne innamorai subito e decisi di prenderla.

Colui che, anni prima l’aveva ordinata senza più ritirarla, aveva fatto montare ad incastro un 6 x fisso.

Prima ancora di provarla disposi di cambiare l’ottica con una Meopta 3-12×56 illuminata, sempre montata ad incastro.

Parlo di una meravigliosa carabina Sauer/Weatherby in un calibro pochissimo diffuso, ma per me, intrigante: il 224 Weatherby Magnum (in misure europee 5,56 x 49). Piccolo, velocissimo, potentissimo e tesissimo; pensai subito di farne l’attrezzo da capriolo per mio Figlio.

La serie di carabine fatte dalla Sauer per la Weatherby (il secolo scorso) erano di una fattura superba sia per materiali che per finitura e, sebbene non abbia mai amato le carabine di linea americana, questa, quasi una mark V in miniatura, era davvero bella.

Non ho mai avuto alcuna simpatia per le creazioni del famoso progettista americano Roy Weatherby, solitamente esagerate e fatte per sbalordire. Devo dire però che alcune delle sue creazioni (moltissime nuove e superveloci cartucce, assieme all’azione “bolt” mark V) ebbero anche in Europa una discreta diffusione. In primis il famoso 300 Weat. Mag., un 7,62 iper potente, efficace e tesissimo che molti hanno adottato nonostante un rinculo che, senza freno di bocca, non è gestibile per tutti. Sono anche abbastanza diffusi il 257 W.M. ed il 270 W.M. Per i cacciatori africani poi la scelta era tra il 340 W.M., il 378 W.M. ed il mostruoso 460 W.M. che, per quanto io abbia cacciato  molto nel continente nero, non ho mai apprezzato: troppo “americanamente” potenti ed esagerati.

Però, come detto, quella piccola cartuccina con pretese da “magnum” e quell’arma superlativamente realizzata dalla Sauer, più per curiosità e “capriccio” che per altro, mi convinsero all’acquisto.

Il 224 fu sviluppato da Weatherby nel 1963, dopo lunghi studi e prove ed il suo primo nome fu “Varmintmaster”, che non lascia dubbi sulla destinazione pensata dal progettista per questa munizione.

 Per essa fu creata una versione ridotta dell’azione Mark V, con sei ramponi di chiusura anziché 9.

La munizione, vuoi per il costo di armi e cartucce, vuoi per la concorrenza di altre “22” ottime (soprattutto il 22-250 che ha prestazioni sovrapponibili e costi molto inferiori) non sfondò mai. Nel 1994 cessò la produzione dell’arma mentre la munizione è ancora (non si sa per quanto) prodotta dalla Norma.

Recentemente, negli U.S.A ed anche in Europa, arma e cartuccia sono diventati  pezzi da collezione.

Per quanto riguarda l’uso in caccia, pur essendo nato per uso “varmint” (nocivi), date le prestazioni e la potenza può trovare buon impiego da noi sul capriolo e, con palla adatta, anche sul camoscio.

La munizione, che monta di fabbrica una palla Hornady Interlok da 55 grs., è di grande precisione, di grande radenza e di rinculo inesistente.

Ma vi è qualche “ma”….., e qui mi baso sull’esperienza di Federico che l’ha usata per un certo periodo.

 Innanzitutto, a distanze brevi, specie colpendo ossa, ha un effetto quasi esplosivo e piuttosto distruttivo, poi, tirando a distanze sostenute, è sensibile al vento e per ultimo, data la “fragilità della palla” e la sua tendenza “esplosiva”, Federico non si è mai fidato a tirare qualche animale più grosso del capriolo: daini per esempio o qualche cinghiale, temendo disgregazioni troppo superficiali senza penetrazione sufficiente.

Morale della favola: la carabina è tornata in rastrelliera e non si è più mossa di là.

Certo, se fossi un ricaricatore, proverei a montare palle monolitiche (piuttosto dure) o comunque palle con buona penetrazione; penserei alla Barnes TSX da 55 e 62 grs., alle Nosler partition da 60 grs. od alle Swift scirocco da 62 grs. Sempre naturalmente facendo i conti con un passo di rigatura di 1 – 12”.

Penso che se si trovasse una buona accoppiata con palla penetrante, questo piccolo calibro potrebbe essere veramente spettacolare anche nelle nostre cacce.

Se qualche amico appassionato di ricarica si vorrà cimentare……

Intanto penso che porterò quest’arma nelle mie rarissime uscite in poligono, anche perché ho comperato un mucchio di munizioni…..

Michelangelo

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