BUONI ESEMPI

Potrebbe sembrare una banalità l’affermare che questi son tempi di superficialità, informazione pilotata se non disinformazione, adesione acritica.

Non è una banalità proprio perché è tragicamente vero, e lo è in molti aspetti della nostra vita.

Il mondo della caccia non fa eccezione.

Abbiamo sempre lamentato una diffusa ignoranza, un insieme di luoghi comuni, una carente preparazione tecnica ed etica nel mondo venatorio del nostro paese e credo che, per quanto tutto ciò non ci faccia piacere, sia difficile affermare il contrario.

Su queste basi assistiamo quotidianamente alle lotte tra associazioni venatorie, gruppi, orientamenti politici, attenti unicamente alle tessere, al consenso, all’affermazione  di interessi particolaristici, che nulla hanno a che vedere con la sostenibilità dell’esercizio venatorio, con la valida fondazione del medesimo su solide basi scientifiche, con quel sacrosanto “principio di conservazione” che deve ispirare necessariamente chiunque operi nella natura ed in qualche modo entri nella sua gestione.

E c’è, anche qui, chi ne approfitta a piene mani       . La demagogia è più facile della buona politica.

Promettere di tutto e di più rende meglio che chiedere attenzione, moderazione, sacrifici e tanto lavoro.

Ecco quindi la piccola ma agguerrita pattuglia dei “politici venatori d’assalto e del loro seguito,” che pare tenere in assoluto “non cale “i pratici riflessi di ciò che va affermando e promettendo, con totale spregio per tutto ciò che non è l’immediato conseguimento del consenso (leggi voti).     

Occorre fare attenzione perché il mondo della caccia, per quanto limitato, è ancora politicamente appetibile, redditizio, facilmente manovrabile perché fragile, emotivo, stressato, bistrattato e minacciato.

E l’errore più grande sarebbe proprio pensare che questi novelli “angeli custodi della caccia” siano davvero interessati al futuro dell’attività venatoria ! 

Scusate lo sfogo e veniamo a ciò che mi interessa dire in questa sede.

Tra i nostri dirigenti di istituti venatori, intendo ATC e soprattutto CA, non si mi pare (con debite e lodevoli eccezioni), vi sia una preparazione adeguata. La conoscenza delle tecniche di corretta gestione venatoria è, a voler essere gentili, piuttosto sommaria così come la coscienza di una consolidata etica venatoria. Tutto ciò è piuttosto drammatico in un momento storico in cui, per molte ragioni che non è questo il luogo per illustrare, la fauna selvatica maggiore (quella di cui noi ci occupiamo) ha avuto un incremento notevole e potrebbe, se ben gestita, portarci a livelli fino a pochi anni fa impensabili. Un patrimonio insomma (proprietà di tutti) che, per un certo verso potrebbe essere consolidato ed incrementato al livello di ciò che avviene in altri paesi, per un altro potrebbe in tempi brevi, essere annientato o quantomeno ridotto ai minimi termini e senza futuro.

Il bello è che le regole, anche se perfettibili, ci sono: censimenti, piani di abbattimento per classi di sesso ed età, caccia di selezione discretamente normata, norme per l’utilizzo corretto delle spoglie, ecc.

 Se tutto ciò fosse correttamente e rigorosamente applicato, potremmo essere ragionevolmente ottimisti, anche nei confronti della pubblica opinione che, fino ad ora, non è certo favorevole ai cacciatori. Come sempre, la corretta applicazione delle regole dipende dagli uomini deputati a farle rispettare ed apprezzare. Ed è qui che, spesso, casca l’asino.

Fortunatamente, però, ci sono lodevoli eccezioni. Di questo vi voglio parlare oggi.

Nella caccia di selezione, un aspetto molto importante è rappresentato dall’utilizzo e dal trattamento della spoglia; ciò per motivi fondamentali: in primo luogo un motivo etico, affinché la vita di una creatura non sia inutilmente sacrificata, in secondo perché un prodotto di altissima qualità, quale le carni di selvaggina, giungano al consumo nelle migliori condizioni di sicurezza e qualità.

Anche sotto questo aspetto, nel nostro felice paese, non si può dire che la situazione sia esaltante.

Mentre in alcune regioni i centri di raccolta e di lavorazione dell’abbattuto sono discretamente presenti, in altre non ve ne sono o, se vi sono, sono in numero decisamente limitato e non facilmente raggiungibili da tutti i potenziali utenti.

L’ ideale sarebbe, penso, che ogni istituto venatorio con presenza consistente di ungulati, avesse un suo centro di raccolta e lavorazione ben attrezzato, a norme igieniche, e dove sia agevole l’eventuale intervento di un Veterinario.

Ed è proprio a questo proposito che un eccellente esempio da seguire ci viene dal CA di Bosco Chiesanuova, il cui Presidente, l’amico Massimo Sauro, ha ottenuto un risultato di grande interesse.

Massimo, con la sua passione e competenza e con la collaborazione dei suoi cacciatori, non solo gestisce in modo valido l’attività del Comprensorio, ma ha ottenuto ottimi risultati anche nel settore del trattamento delle spoglie.

In una piccola scuola di una frazione, non più utilizzata per una centralizzazione dell’educazione ormai generale, ha organizzato, coll’aiuto della Amministrazione Comunale del Capoluogo e con il lavoro degli appassionati Cacciatori, un centro di raccolta davvero esemplare.

I locali sono stati ristrutturati a norme igieniche, vi è una capiente cella frigorifera per la conservazione e frollatura (spesso sottovalutata) delle carni, argani per il sollevamento delle carcasse e spaziosi tavoli per la lavorazione. Tutto è organizzato in modo da rendere agevole la pulizia e l’igienizzazione di ambienti ed attrezzature e, se richiesta, una visita veterinaria.

Le immagini che pubblichiamo sono più eloquenti di descrizioni scritte.

Massimo ed i suoi soci inoltre, avendo a disposizione ancora spazio, hanno allestito una gradevole sala di riunione nello stesso edificio.

Io penso che questa iniziativa sia realizzabile, senza eccessive difficoltà, in molti altri luoghi.

Una cella usata si trova sul mercato a prezzi accessibili, un edificio in disuso è nelle proprietà di quasi tutti i Comuni, i cacciatori di buona volontà sono disposti a lavorare ed a investire in qualcosa cui, la pubblica amministrazione, dovrebbe dare un contributo. Non pare cosa impossibile.

Credo che chiunque sia interessato, mettendosi in contatto col CA di Bosco Chiesanuova, potrà avere informazioni e visitare il bel lavoro fatto.

Un grazie sincero a Massimo ed ai suoi Cacciatori.

Michelangelo

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